Lo sviluppo dell’individualità e la democrazia assoluta: Karl Marx lettore di Spinoza

3 febbraio 2022 – h. 17:00

In diretta su Zoom: https://zoom.us/j/6039816170

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Il giovane Marx, durante il suo soggiorno a Berlino nel 1841, nel pieno della polemica democratico- radicale contro le timide concessioni liberali del re prussiano, legge e commenta l’opera di Spinoza (in particolare, il Trattato teologico-politico e l’epistolario), dimostrando un interesse profondo per la teoria spinoziana della democrazia assoluta e laica.

“Democrazia”, riprendendo i passaggi spinoziani più cari a Marx, è la composizione di un diritto collettivo, di una potenza collettiva (jus sive potentia), che stabilisce collegialmente, in assemblea, le proprie regole comuni, attraverso cui si esprime e si difende. La forma politica della potenza collettiva è individuata nel coetus universi, l’assemblea generale di una pluralità di individui, che non possono essere compressi nella volontà unica e generale, ma, godendo della massima libertà di espressione e giudizio, discordano tra loro e, discordando, comunicano e scoprono esigenze e desideri comuni. A queste condizioni il potere è assoluto, ha «sommo diritto su ogni cosa», stabilisce un proprio ordine interno, ma è vincolato alle variazioni contingenti della potenza collettiva e ai conflitti che la tagliano. Parola libera non vuol dire dialogo pacificato, razionale, ma diritto di dissenso e, infine, di resistenza: è una manifestazione della potenza umana, in quanto tale accompagnata da passioni e appetiti che non la rendono mai pura né trasparente, ma sempre innamorata e “fissata”, malgrado la scarsa attenzione di Marx a quest’ultimo aspetto.

Marx ne ricava alcuni lineamenti fondamentali della sua concezione della democrazia radicale, forma di potere nelle mani di tutta la società, basata sul consenso e non sulla paura, sulla libertà di espressione e di giudizio, sul potere costituente dei movimenti popolari e sul dissenso. Il potere non risulta più estraneo e astratto, come nel caso dello Stato confessionale, trascendente e assolutista, ma un effetto di verticalità, sempre revocabile e ad essa immanente, dell’associazione umana. Nei termini tipicamente feuerbachiani del giovane Marx, “democrazia” è riappropriazione dell’essenza umana, dell’espressione singolare di sé nel contesto della società, delle regole comuni, del mutuo soccorso. L’individualità spinoziana non pre-esiste all’organizzazione istituzionale della società, non è lo stato naturale hobbesiano di separazione e indipendenza. Gli individui sono costituiti dalla rete di relazioni causali, affettive, comunicanti e discordanti che intrattengono con soggetti e cose esterne, ed è nell’ambito di strutture regolate e collettive che possono conquistare la loro pienezza ontologica, la loro singolarità, affermarsi come individui liberi e sociali al tempo stesso. Tanto in Spinoza, quanto in Marx, individualità e collettività non definiscono sfere opposte e separate da conciliare con equilibrio (ad esempio nella dicotomia tipicamente liberale tra pubblico e privato), ma si costituiscono reciprocamente: più si esprime l’una, più si sviluppa l’altra, e viceversa, all’interno di uno stesso processo di costituzione situato su più livelli dell’esistenza umana.

Alcuni di questi temi accompagnano, esplicitamente o meno, la riflessione marxiana successiva al 1841, dalla Kritik della filosofia hegeliana del ’43, sino ai testi storici sulla «forma politica finalmente scoperta», passando per i Manoscritti economico-filosofici del ’44, dove, sebbene il nome di Spinoza non compaia mai, è stata ritrovata un’ontologia spinoziana della sostanza infinitamente attiva e produttiva, che qualifica l’uomo come parte della natura e, dunque, forza produttiva infinita. Il rapporto tra Spinoza e Marx non può infatti esaurirsi nella ricostruzione storica dei riferimenti espliciti che il testo marxiano rivolge a Spinoza, ma riguarda convergenze teoriche più sotterranee tra i due autori, come hanno diversamente elaborato alcuni celebri interpreti nel Novecento (Plekhanov, Labriola, Althusser, Negri, Balibar, ecc…) che hanno insistito sugli elementi spinozisti nel pensiero di Marx.

 

Ne discutono:

Mariana Gainza (Conicet – Universidad de Buenos Aires): Al reecuentro de Spinoza y Marx: ¿Un humanismo crítico para el siglo XXI?

Bernardo Bianchi (Universidade de São Paulo/Centre Marc Bloch – Humboldt Universität zu Berlin) Spinoza e Marx: riflessioni sulle relazioni storiche e teoriche

Introduce: Andrea Moresco (Scuola Normale Superiore, Pisa).

 

L’incontro è il primo di un ciclo di incontri dedicato all’eredità di Spinoza nel marxismo, a cura di Filippo Del Lucchese, Sandra Manzi-Manzi, Andrea Moresco, Vittorio Morfino, Luigi Emilio Pischedda. Gli incontri successivi del ciclo saranno (titoli e date provvisorie):

  • Spinoza nella filosofia russa, con Daniela Steila e Sergiei Biareishyk (ottobre 2022)
  • Spinoza nel percorso teorico-politico di Negri, con Filippo Del Lucchese e Vittorio Morfino (aprile 2023)
  • Spinoza nel marxismo di Althusser, con Juan Domingo Sanchez-Estop e Esteban Dominguez (aprile 2023)
  • Lo Spinoza di André Tosel, con Chantal Jaquet e David Maruzzella (periodo in definizione)

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